Il cantante milanese parla di sport come metafora della vita come spiega nel suo libro.
L’articolo di Kikapress.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino, quest’anno dedicato ai Cuori Selvaggi, si è aperto il 19 maggio per concludersi il 24. La prima giornata ha proposto tanti ospiti interessanti, a partire da Elio (senza le Storie Tese) e Dusan Vlahovic, attaccante della Juventus.
Elio, vero nome Stefano Belisari, ha presentato il suo libro Mi chiamavano Maesutori che spiega il baseball come metafora della vita raccontando la storia del giocatore Alessandro Maestri. All’Arena Robinson Elio spiega che “anche i Paesi dovrebbero affrontarsi solo nello sport, e non sul campo di battaglia”.
Per Dusan Vlahovic il calcio non è una metafora della vita ma la sua professione oltre che la sua passione. “Sono felicissimo di stare nella Juve, l’ho voluta tanto e spero di raggiungere altri obiettivi, di vincere tante cose e di giocare insieme a Federico Chiesa, scendere in campo e lottare con lui, e vincere insieme.”
“So di essere un privilegiato. Mi piace il dna della Juve, questa voglia di combattere, di non mollare, di andare oltre il limite, fino alla fine. Un po’ così sono anch’io. Mi piace lavorare, fare, soprattutto perché quando smetto di giocare, anche se è presto, non voglio avere rimpianti. Voglio dare tutto, non vorrei avere rimpianti. E’ il mio lavoro, sono un privilegiato e non vedo perché debba essere diverso.”