MAESTRI ROBA DELL’ALTRO MONDO
L’articolo di Carlo Ravegnani per il Corriere di Rimini
Alessandro Maestri è l’orgoglio dei Falcons Torre Pedrera, ha lasciato il segno alla T&A San Marino, ha vestito per un paio di partite la casacca dei Pirati, ma il batti e corri italiano avrà la fortuna di apprezzare il 28enne pitcher riminese solo con la casacca della nazionale.
Il motivo è tanto semplice quanto giustificato. «Questa vita mi piace molto, non mi pesa più di tanto lasciare la mia casa, gli amici, l’Italia. Ho cominciato a viaggiare attorno ai 20 anni, ho fatto tante esperienze e quella nostalgia (la “saudade” dei brasiliani, ndr) non l’avverto. Se voglio giocare ad alti livelli devo comunque viaggiare».
L’orgoglio non manca a Maestri, deciso a riscattare un 2013 sulle montagne russe. «Ero reduce da un ottimo 2012, ho cominciato bene anche il nuovo anno, sono andato forte con la nazionale al Classic, poi ho iniziato la stagione in Giappone dove ci sono stati lunghi alti e bassi. Ho iniziato come lanciatore partente e l’ho chiusa come rilievo. Non ero del tutto soddisfatto, poi è arrivata la conferma per la prossima stagione e questo è un attestato di fiducia nei miei confronti, l’occasione per rifarmi».
Se non fosse arrivata la conferma degli Orix Buffaloes, ci sarebbe stato spazio per un ritorno in Italia? «Direi di no, conosco il rischio del mio lavoro, ma mi sarei rimesso in gioco, avrei potuto scegliere la Corea dove cercano parecchi giocatori e non è escluso che sia la mia prossima destinazione appena terminata l’esperienza giapponese».Ha buttato un occhio alle finali dell’Ibl1? «Le ho seguite su internet, volevo vedere come sarebbe andata a finire, conosco tanti giocatori di Rimini e San Marino».Adesso solo vacanza? «Macchè, non riesco a stare fermo.
Ho già fatto una settimana di relax totale, ora mi rimetto in moto, palestra, corsa e faccio un salto al campo a lanciare un po’».La stagione quando ricomincia? «Presto, ho il volo il 22 gennaio, andiamo alle isole Okinawa e i primi quattro-cinque giorni ci alleniamo solo noi giocatori, poi comincia il camp ufficiale al quale seguiranno le amichevoli. E a fine marzo riparte il campionato con 140 partite».Come procede con la lingua giapponese? «Inizio a cavarmela, sicuramente sono molto più avanti rispetto agli altri stranieri della squadra.
Per fortuna ci sono comunque i traduttori che ci aiutano, perchè qua l’inglese è merce rara». Non dica che ha pure imparato a scrivere in lingua originale? «Quando posso studio: ci sono tre forme di alfabeto, ho imparato le prime due, quella degli ideogrammi è troppo complessa».Meglio il continente americano o quello asiatico? «A volte mi viene la voglia di tornare negli Usa, ma in Giappone sto bene. A me piace questo, scoprire altri mondi, scontrarsi con culture diverse, sentirsi coinvolto in mezzo alla passione dei tifosi. E li si sente realmente».