AZZURRI: PER NOI I CAMPIONI DEL MONDO SIETE VOI
L’articolo di Matteo Desimoni per Baseball.it
Una sconfitta che sa di vittoria perchè ha unito tutto il movimento…
Un patrimonio da non sprecare. Le cause che hanno impedito di raggiungere un sogno non intaccano un risultato straordinario.Vorrei che vi rendeste conto che ieri notte (ma non solo) siete rimasti svegli fino alle quattro di mattina a tifare, trepidare, sperare, davanti alla televisione per la nostra nazionale. Di baseball. Non di calcio! Ci siamo emozionati, abbiamo esultato, sofferto. Qualcuno alla fine ha pure pianto! Che bello! Che bello! Che bello!
Adesso però vorrei che ognuno di voi chiudesse gli occhi e si riguardasse il film della sua vita nel baseball. Quando avete finito ditemi quanti altri momenti così avete trovato pensando agli ultimi trent’anni di questo sport. Hanno vinto, ragazzi! Sono loro i campioni del Mondo! Basta questo. Ci hanno messi tutti, o quasi, d’accordo, ci hanno unito, ci hanno fatto innamorare! Non era mai successo.
Lo hanno fatto con la loro professionalità, con il loro impegno, con la loro simpatia, con la loro straordinaria voglia di vincere, con un amore pazzesco per quei tre colori che compongono la bandiera dell’Italia. Al di là della provenienza geografica, al di là della squadra o del campionato di appartenenza. Vedete, io credo che ci sia qualcosa di romantico anche nella sconfitta. Anche quella più bruciante, quella che fa più male.
Credo che certe sconfitte uniscano più di tante vittorie. Ieri notte è stata una di queste. Perché di colpo ci siamo svegliati da un sogno e ci siamo trovati tutti li, insieme. Secondo me questo è il patrimonio più grande che Mazzieri, il suo staff e tutti questi ragazzi straordinari ci lasciano in eredità dopo il World Baseball Classic 2013. Più del risultato storico che hanno ottenuto. Che è fantastico, ma che, come dice la parola stessa, è già storia. Non lo dimenticheremo mai, ma speriamo che si trasformi solo in un punto di partenza. Dipenderà da noi, ma questa è un’altra storia.Si torna in Italia (anzi, tornano, purtroppo..), dunque. A testa alta però.
Altro che mestamente!L’Italia in cinque partite, con alcune delle squadre più forti del mondo, è sempre andata per prima in vantaggio. E’ rimasta in vantaggio, correggetemi se non sono preciso, per trentuno delle quarantacinque riprese giocate. E lo ha fatto perché sul campo in quelle riprese è stata superiore a squadre ben più quotate. Non per fortuna, non per il caso. E’ stata superiore nella voglia di vincere, nella preparazione della partita e nello studio dell’avversario, nell’esecuzione dei fondamentali, nel fare la cosa giusta al momento giusto. Però ha perso due partite consecutive ed è uscita dal torneo. Giustamente.
Perché, pur tenendo conto delle premesse e del valore indiscutibile degli avversari, è giusto che comunque il risultato finale, oltre le più rosee aspettative, vostre, non della squadra, vada analizzata anche da un punto di vista più tecnico. E non solo. Abbiamo perso perché per due volte abbiamo perso lucidità nelle riprese finali. Perché da metà partita in poi abbiamo ceduto il comando del gioco all’avversario. Non abbiamo saputo reggere, ed è comprensibilissimo, la pressione di due squadre così forti nel momento più importante. Purtroppo alla lunga si paga. Ieri sera l’Italia ha pagato la serata negativa di tre dei suoi giocatori più rappresentativi. E se Liddi, Colabello (0/4 in battuta) e Granato (2 e..1/2 errori in difesa) sono in difficoltà (e ci può stare) chiaramente il compito diventa molto più difficile.
Nonostante tutto la prestazione strepitosa dei lanciatori (Immenso Maestri, ma superlativo anche Cooper, dopo il Da Silva di martedì) e un terribile tre run double di Rizzo sembravano averci messo al riparo. Poi sono arrivate le incertezze, non solo gli errori in diamante, ma soprattutto gli errori di tiro degli esterni che hanno permesso ai corridori avversari di guadagnare basi in più, poi risultate determinanti, da parte di giocatori che solitamente non ne commettono. Perfetti fino a quel momento. Però succede. Succede perché il baseball, anche nella sua drammaticità, è uno sport meraviglioso e imprevedibile. Anche se questa volta ci ha detto male. Quando si gioca punto a punto con squadre di tale valore si è inevitabilmente sottoposti al rischio della sconfitta. Ma solo il fatto che si stia qui a parlare di due vittorie sfuggite e delle cause che hanno provocato questi risultati rappresenta il vero successo di questa squadra. Adesso però dobbiamo metterci del nostro.
Loro ci hanno trascinato, ci hanno entusiasmato, ma adesso dobbiamo essere bravi noi. Tutti.
Ci siamo appassionati alla nazionale,abbiamo fatto tanto che alla fine, a fatica, siamo riusciti a far parlare di noi un po’ di più. Grazie soprattutto ai risultati della squadra, ma anche alla passione di ognuno di voi, di noi. Continuiamo così anche tra venti giorni quando riprenderanno i campionati. Non ci sarà un livello così alto come quello del World Classic, ma proviamo a cambiare le cose, se non ci piacciono, da dentro, non da fuori. Andiamo allo stadio.
Ci sono solo due partite, riempiamoli questi stadi. Aiutiamoci. Poi se le regole non ci piacciono, se le nostre società non lavorano come pensiamo sia giusto, se la federazione non lavora, secondo noi,nel modo corretto, allora critichiamo, facciamo sentire, ma dall’interno. Perché se ci mostriamo uniti e siamo in tanti allora valiamo qualcosa, anzi molto, ma se siamo visti come tanti piccoli gruppetti e allo stadio ci saranno sempre 200 persone allora non conteremo nulla per nessuno. Invitiamo i bambini ad andare allo stadio, invece di farli desistere perché magari in questa o quella squadra “sono tutti stranieri” oppure perché questa o quella società “non si comporta bene”,poi lasciamo che siano loro quando cresceranno a giudicare se la situazione gli sta bene oppure no. Intanto aiutiamoli ad amare questo sport, facciamogli respirare un po’ baseball.
E se non sarà puro e sano diamoci da fare per cambiarlo. E magari al prossimo World Classic ci saranno più Liddi, più Maestri, più Chiarini, più Avagnina. Ma perché si saranno dimostrati migliori e non perché sono nati in Italia.Infine, oltre a ringraziare tutti voi che ci avete seguito durante questa splendida avventura e tutti coloro che mandandoci quasi quotidianamente immagini, informazioni e curiosità ci hanno permesso di coprire nel miglior modo possibile l’evento, vorrei fare i miei personali complimenti (ma credo anche della redazione) a tutti coloro che hanno garantito alla nazionale una copertura mediatica decisamente importante.
A partire dall’ufficio comunicazione Fibs, con Riccardo Schiroli e Michele Gallerani, con il fotografo Ezio Ratti, che con articoli, informazioni e soprattutto con i contributi video e fotografici, hanno permesso a tutti noi di sentirci più vicini a Phoenix e a Miami. Ai telecronisti di Sportitalia Matteo Gandini e Gianluigi Calestani. Anche a Stefano Arcobelli, che qualche frase se la poteva risparmiare, ma ha dato più spazio al baseball sulla rosea in questi giorni che negli ultimi dieci anni. Senza dimenticare il mitico Mario Salvini con le sue sempre interessanti pillole del blog “Che palle. A Filippo Fantasia, Elia Pagnoni del Giornale, a Gianni del Giaccio del Messaggero.
A Daniele Mattioli che con il suo sito Grandeslam.net è stato infaticabile ad ogni ora del giorno e della notte. Un bravo anche a Nicolò Balzani che con i suoi simpatici articoli da inviato per Baseballmania ci ha trasmesso qualcosa di diverso dai soliti commenti tecnici ai quali siamo abituati. A Pino Cerboni e alla troupe di Raisport, a Mino Prati con Baseballnow e a Giorgio Gandolfi con Tuttobaseball (anche se martedì notte ha rischiato di farmi venire un infarto…)
E anche ai ragazzi terribili di “Nelnome del gioco” e Italia baseball blog, con le loro web radiocronache che in parte ricordavano le prime edizioni di “mai dire mondiali” della Gialappas band. Se mi don dimenticato qualcuno è stata, appunto, pura dimenticanza. Siete stati grandi! E spero, ma ne sono sicuro, che sarete allo stesso posto anche ad aprile. Ci saranno presto altri contributi su questa esaltante esperienza, non appena avremo avuto il tempo di rielaborarli, per ora il nostro Classic finisce qui.
Grazie azzurri, per noi i veri campioni del Mondo siete voi!