ORGOGLIOSI DI VESTIRE LA CASACCA AZZURRA
L’articolo di Michele Gallerani
Il coro di Mazzieri e i suoi ragazzi è unanime. Contro il Canada è stata la vittoria della squadra, la vittoria di un gruppo fantastico in cui ognuno lavora per i compagni e per il bene comune. Alla fine anche i complimenti del Manager canadese, Ernie Whitt: “ci hanno preso a calci nel sedere”
La felicità e la gioia sono sentimenti difficili da nascondere in situazioni simili a quella che si è vissuta venerdì pomeriggio a Chase Field. Battere il Canada con dieci punti di scarto e fare terminare il match prima del limite delle nove riprese è un risultato che le scatena entrambe in maniera quasi incontenibile. Impossibile, guardando le facce degli azzurri, non percepirle. Impossibile non capire senza dubbio alcuno che la seconda vittoria nel girone, l’aver ripetuto l’impresa del giorno prima contro il Messico, anzi, se si può, averne aumentato le proporzioni contro il Canada, ha portato nel dug-out un clima festa indescrivibile, al limite del godimento.
E così si guardano in faccia Marco Mazzieri, Alessandro Maestri e Chris Colabello seduti al tavolo della conferenza stampa e si capisce che la sensazione che si respira è quella di aver prodotto un’impresa memorabile. “Non credo si possa dire che questi risultati fossero attendibili nella misura in cui sono arrivati, di sicuro si può dire che mi aspettavo dai ragazzi quello che mi hanno dato e cioè una grandissima prova di squadra” sono le prime parole di un raggiante Marco Mazzieri, un manager capace di ottenere da ognuno degli uomini a disposizione sempre il massimo, a volte anche qualcosa di più. È per questo che l’allenatore azzurro ogni volta che si chiude un capitolo di questa avventura, prima di aprire il successivo vuole precisare sempre lo straordinario modo di applicarsi dei ragazzi: “Mi piace moltissimo come abbiamo affrontato il match.
Stamattina, prima della partita, il clima nello spogliatoio era talmente elettrico che mi ha dato una grandissima fiducia. Mi piace la mia squadra. Amo tutti i miei giocatori. Abbiamo una squadra e uno staff straordinario e sapevamo che saremmo stati in grado di fare bene. Quanto bene? Non si può dire, ma si può dire che siamo pronti a fare anche meglio di così. Abbiamo preparato tutto alla perfezione e alla fine siamo riusciti a realizzare il progetto che avevamo disegnato e niente sarebbe potuto essere più perfetto di come è stato”.
Una squadra perfetta, fatta di uomini, prima che atleti e giocatori, che hanno valori profondi, come il rispetto del lavoro degli altri e l’amicizia e la gioia incontenibile di Chris Colabello, mvp della partita si trasforma in complimenti per tutti: “Il mio primo obiettivo venendo qui e unendomi a questo gruppo era quello provare a ottenere un paio di vittorie per poi vedere dove saremmo potuti arrivare. Lasciando stare le soddisfazioni personali, perché questo è un gruppo che pensa univocamente e cerca di fare quello che fa con la massima unione e condivisione. Qui non importa chi fa cosa, ma solo il risultato finale. Personalmente, penso solo a fare il massimo per la squadra e posso solo ringraziare Marco, che mi ha voluto in questa nazionale e i miei compagni che mi fanno sentire importante, come tutti si sentono importanti vestendo la maglia dell’Italia”.
Il lanciatore vincente della partita, Alessandro Maestri, che prima di essere compagno di Chris Colabello era suo avversario quando da ragazzini si affrontavano a Rimini nei campionati giovanili è arrivato alla terza esperienza alClassic e finalmente può festeggiare da protagonista.
Ma non ha voglia di rivincita, per una carriera che negli States si è interrotta forse troppo presto, ha solo voglia di festeggiare: “L’esperienza che ho fatto fino ad ora, sia qui in America, sia negli ultimi anni in Australia e Giappone mi ha aiutato molto oggi. Ma un grazie va anche ai miei compagni di squadra. Abbiamo un grande line-up che oggi si è dimostrato perfetto. Con una squadra così alle spalle e in battuta ero tranquillo e questo mi ha dato la possibilità di esprimermi al meglio. Se mi chiedete se questa vittoria è una rivincita nei confronti di chi non ha creduto in me, la risposta è no. Sono stato qui sei anni, poi ho avuto un anno complicato nel 2010 e sono stato tagliato, ma questo fa parte del gioco. Quando ti succede una cosa del genere devi solo continuare ad andare avanti. Ho avuto l’occasione buona in Giappone dove mi trovo molto bene. Quindi non è una vendetta. Sono contento che la nostra squadra stia dimostrando di essere molto competitiva voglio esserlo anche io. Voglio continuare a dare il massimo per aiutare la squadra a vincere”.
La festa è quasi completa. C’è un ulteriore passaggio del post-partita che rende la vittoria ancora più dolce, sono le dichiarazioni del Manager del Canada, Ernie Whitt: “Sapevamo cosa Alessandro sarebbe stato in grado di fare, ma non siamo riusciti toccarlo. L’Italia ha giocato veramente bene e questa è stata la loro vittoria. In attacco ci hanno preso a calci nel sedere. Noi volevamo stare in partita, ma quando abbiamo avuto la possibilità di giocare punto a punto non siamo stati capaci di farlo. Ci sono casi devi dare al tuo avversario tutti i meriti che ha e questo è uno di quei casi, perché Marco sta portando avanti un progetto molto ambizioso e lo sta facendo molto bene”.