L’articolo del Ponte su Alessandro Ercolani.
Ha iniziato a giocare a baseball grazie a un suo amico. Perché lui, fino a quel momento, del ‘batti e corri’, non sapeva nulla. Preferiva il calcio. Come tutti i bambini della sua età. Adesso, a distanza di undici anni da quel primo giorno, Alessandro Ercolani, sbarcherà negli Usa per inseguire il suo sogno a Stelle e Strisce. Il 9 aprile, infatti, a pochi giorni dal suo 17° compleanno, ha firmato un contratto di sei anni con i Pittsburgh Pirates, franchigia che ha vinto per ben cinque volte la Major League.
Alessandro come nasce il tuo rapporto con il baseball?
“Quando ero in prima elementare un mio amico, che già giocava, mi ha convinto a provarlo. Così sono entrato nella squadra, trovando sia una passione per lo sport sia un bel rapporto con i miei compagni. Il gruppo di amici si è poi trasformato in una squadra affiatata che ha iniziato a vincere partite e ad entrare effettivamente nel mondo agonistico”.
Quando hai realizzato che la tua passione ti avrebbe potuto portare così lontano?
“Continuando a giocare sono migliorato e iniziando a disputare partite sempre più difficili, mi sono accorto che riuscivo a fare la differenza. Sono addirittuta arrivato a giocare con Alessandro Maestri, in A1, con la casacca del San Marino. Però, se devo indicare un momento decisivo, direi l’Europeo 2019 Under15 che ho giocato in Olanda. Eravamo una bella squadra e siamo arrivati addirittura in finale. Purtroppo la Germania ci ha sconfitto, relegandoci al secondo posto, ma arrivare fino lì mi ha permesso di mettermi in mostra. E, infatti, tornato a casa ho avuto i primi contatti con alcuni talent scout americani”.
Negli Usa rivedrai un vecchio avversario: Ettore Giulianelli. Vi siete scontrati quando eravate nei campionati giovanili finchè lui non ha firmato per un’altra squadra americana e se n’è andato. Adesso che lo raggiungi, la competizione continuerà?
“Avere un amico in terra straniera mi è sicuramente di conforto, anche perchè non sono molto pratico con l’inglese. Non sono sicuro che gareggermo nello stesso campionato, ma vivremo entrambi in Florida, nelle rispettive strutture di allenamento delle nostre squadre. In caso dovessimo vederci in campo, il senso di competizione ritornerà subito. C’è da dire, però, che molte cose sono cambiate, soprattuto dove e come giochiamo. Anche i compagni di squadra sono diversi. E questa è la cosa che mi dispiace di più. Non vorrei lasciarli: lavorano duramente e si meriterebbero un’occasione come la mia, ma purtroppo la decisone non spetta a me”.
Ora qual è il tuo obiettivo?
“La prima cosa che voglio fare è stabilire un bel rapporto con i miei prossimi compagni di squadra. Credo sia una componente fondamentale”.
Quando partirai per gli Stati Uniti?
“Con il Covid di mezzo è molto difficile programmare il futuro, ma se tutto va bene dovrei essere oltreoceano già le prime settimane di maggio. Questi sono giorni frenetici, l’emozione è tanta e poi anche a scuola i professori mi stanno interrogando per permettermi di non perdere l’anno. Diciamo che dal punto di vista scolastico non sono sicuro di come verrà gestita la mia educazione nel nuovo mondo, ma sono disposto a fare dei sacrifici per migliorarmi come giocatore”.
Matteo Pasini
Quei riminesi… d’America
Alessandro Ercolani è l’ultimo, in ordine di tempo, a tentare di vivere il grande sogno a Stelle e Strisce. Il primo, nel 2000, fu Mario Chiarini. Firmò per i Seattle Mariners, segnalato da Mauro Mazzotti, all’epoca scout della franchigia americana. Super Mario vinse anche il titolo della Rookie League con la casacca dei Peoria Mariners, ma poi decise di tornare in Italia. Nel 2015 ci provò Lorenzo Fabbri con la maglia dei texani Frank Phillips Community College. Poi è stata la volta di due giocatori usciti dal florido settore giovanile dei Falcons. Il primo è stato Alessandro Maestri, scelto dai Chicago Cubs. Il suo top è stato l’ingresso in Doppio A con Tennesse. Attualmente è il giocatore italiano con la carriera più lunga all’estero. Perché dopo gli Usa, il viserbese ha conquistato i diamanti australiani, coreani, messicani e soprattutto quelli giapponesi. Il secondo nome è quello di Ettore Giulianelli che nel 2019 si è legato per cinque anni con i St. Louis Cardinals. Un altro sammarinese in America è stato Federico Celli che, dai 19 ai 21 anni, ha giocato con i Dodgers con i quali ha messo il naso anche in Singolo A.