A Capannori un lineup di autori di diversi generi ha spiegato il bisogno e il fascino di raccontare il baseball e il softball
L’articolo della Fibs.
Il primo appuntamento con il Baseball Books Day di sabato 4 giugno ha raccolto, sotto le campate del nuovo Mercato Coperto di Marlia, ha schierato un lineup di tutto rispetto nel panorama di autori che, negli ultimi mesi, hanno dedicato le loro tastiere al batti-e-corri.
L’evento, organizzato dall’Associazione DRK Sport ha ottenuto importanti patrocini: Comune di Capannori e Provincia di Lucca, Società Dante Alighieri con il suo Comitato di Lucca, Provveditorato agli Studi di Lucca, Panathlon Lucca, Italian Baseball Softball Players Association oltre a quello della Federazione Italiana Baseball Softball e del suo Comitato Regionale Toscana.
A fare gli onori di casa, L’Allegra Brigata Special Team, dalla cui collaborazione con DRK è nata l’iniziativa B-Day, il Baseball-Day che porta sul diamante di Carraia tanti ragazzi e ragazze con disabilità intelletivo-relazionali per conoscere le nostre discipline e dalla quale è stato gemmato questo BB-Day. La presidente dell’associazione, nonché assessore allo sport di Capannori Serena Frediani e l’insegnante e disegnatrice Bianca Wolkenstein Braccini hanno presentato Le Ricette di #CasaBrigata il volume che raccoglie le fatiche gastronomiche, rifugio dei loro atleti, scalpitanti nelle lunghe giornate d’inattività forzata cui il lockdown da covid-19 li ha costretti.
Dal romanzo al saggio storico, dall’autobiografia alla poesia, tutti i generi letterari sono stati quindi brillantemente rappresentati nel corso del talk show condotto da Paolo Bottari, cronista e storico dello sport lucchese.
Dal palco, Stefano Duranti Poccetti ha spiegato come nel suo Frammenti di baseball: fantasie sensazioni ricordi abbia voluto raccogliere parole che, usate come parsimoniose pennellate, sappiano descrivere l’emozione del Vecchio Gioco, la sua intrinseca poesia, come, ad esempio, fanno gli haiku giapponesi; Enrico Franceschini, giunto da Londra per l’occasione, nel suo romanzo Un gioco perfetto ha racchiuso, attraverso la vicenda di una giovane e determinata fan che si trova a guidare (in tutti i sensi) la più importante squadra di New York, la sua dichiarazione d’amore per gli Stati Uniti, ma anche a celebrare quel concetto, così intrinseco nel baseball, che la vita ti dà sempre un’altra chance.
Michele Dodde, Presidente della Commissione Hall-of-Fame FIBS, nella sua testimonianza video su Fatti e Misfatti: Una storia americana attraverso il baseball che parla al cuore ha sottolineato le peculiarità della disciplina rispetto a tutti gli altri sport, il fascino della differenza.
Lo ‘scrittore per caso’ Giovanni Tommasini, nel suo Il sogno americano del Tomato Baseball Club ripercorre con gratitudine il rigore col quale gli istruttori di baseball del suo piccolo club hanno forgiato lui e i suoi giovanissimi coetanei, riflettendo su di loro il ‘sogno americano’ nato inaspettatamente in quel di San Remo; un sogno che ha formato indelebilmente, nello sport e nella vita, un gruppo dal quale sono usciti futuri azzurri ed è nato il contesto da cui è poi uscito Alex Liddi. Attraverso una nota letta da Bottari, Manuel Mazzoni ha raccontato ne Il cavaliere di St. Louis la vicenda di un campione assoluto come Stan Musial, bandiera per 22 anni dei Cardinals, Hall-of-Famer e simbolo di quella capacità unica che ha il baseball di farsi strumento di riscatto e integrazione, linguaggio e piattaforma comune in grado di fondere in modo quasi magico culture diversissime, fornendo un contributo-chiave nella creazione della società americana; anche Daniele Mattioli, nel suo racconto di viaggio personale, ha sottolineato questo concetto di Baseball e Usa. Binomio perfetto scoperto nel seguire le indimenticabili World Series del 2013, proprio fra i Cardinals e i Rangers, vissute nel botta e risposta fra due squadre eccezionali e molto diverse fra loro, così come lontani anni luce sono i sobborghi operai delle cittadine del Missouri dalle sfavillanti ricchezze del Texas.
Luca Farinotti ha portato, con Qui e ora, sorelle!, il softball nel quadro dell’evento, attraverso le sue 22 interviste alle atlete che hanno portato i colori azzurri sui diamanti di Tokyo 2020 e le drammatiche difficoltà che gli ultimi tre anni hanno imposto a loro e a tutti noi. Ma il tema centrale che ritorna è quello del linguaggio (e non potrebbe essere diversamente, in questo contesto): della inadeguatezza che a volte la nostra lingua presenta per descrivere lo sport in questione, che rovescia tutti i canoni a cui siamo abituati, nel paradosso che proprio colui che attacca sia costretto a difendersi dalle insidie, ma, al contempo, quella forza universale, intima, atavica, che universalmente rappresenta per l’essere umano il desiderio, la lotta per tornare prima o poi al sicuro, per tornare a casa.
Una diversità che il giovane Andrea Lucattelli sintetizza nella domanda Perché il baseball è il gioco più bello del mondo? che pone a se stesso e ai giovanissimi neofiti che si trova davanti nella sua attività di educatore. Diverso da tutti gli altri il campo, un quarto di cerchio contro il rettangolo diviso in due di tutti gli altri, diverso l’obiettivo, diverso il modo di ‘segnare’, diverso anche il modo di vestire dell’allenatore, in fondo un ragazzo anche lui, un po’ più cresciuto, che indossa la divisa, con tanto di numero, circondato dai suoi giocatori.
Alessandro Maestri ha scritto a quattro mani con Stefano ‘Elio’ Belisari Mi chiamavano Maesutori. Il baseball e la vita, raccontando la sua storia di giramondo del baseball che ha indossato le casacche di quattro diversi continenti (tutti quelli in cui è noto si pratichi la disciplina), che, per differenze culturali, potrebbero anche essere quattro diversi pianeti. Ma lo sport è un linguaggio universale e il baseball, in questo, è esemplare fra tutti gli sport, così come universale, nello sport come nella vita, è la capacità di reagire, di non arrendersi davanti alle difficoltà e continuare sempre a perseguire i propri sogni, anche quando i segnali provenienti dal mondo esterno spingerebbero tutti in direzione opposta: la chiave è cadere e rialzarsi perché la vita è 10% quello che ci succede e 90% come reagiamo a questo.
Ecco che allora la perfetta sintesi della giornata e dei pensieri che sono stati espressi dal palco è forse quella da Mario Salvini nel suo Il diamante è per sempre. Dieci storie per innamorarsi del baseball: l’irrefrenabile bisogno di scrivere di baseball, dimostrato anche dal numero dei presenti a questo evento, statisticamente fuori scala al punto che, facendo le dovute proporzioni, sarebbe come se di calcio uscissero in Italia circa 4.000 libri all’anno, sta proprio nella sua capacità di vincere le differenze, di sapere interpretare così bene, sul campo di gioco, quello che è il ciclo della vita, di proporre situazioni sempre nuove nell’apparente ripetizione, nel desiderio di scoperta che, in fondo, fa di tutti noi degli Ulisse.
Tutti i libri citati, per chi desiderasse immergersi nel viaggio della lettura, sono in vendita nei principali canali internet, o ordinabili nelle principali librerie.
Nella foto di Anna Della Schava, gli autori sul palco, da sinistra a destra: Alessandro Maestri, Andrea Lucattelli, Paolo Bottari, Enrico Franceschini, Mario Salvini, Giovanni Tommasini, Stefano Duranti Poccetti, accosciati: Antonio Modestino e Luca Farinotti.