WORLD CLASSIC: ITALIA ELIMINATA DOPO IL K.O. CON PORTORICO
L’articolo della Gazzetta dello Sport
Finisce la corsa degli azzurri, che si arrendono per 4-3 dopo essere andati in vantaggio di tre lunghezze.
RABBIA — Una squadra che ha prodotto 29 punti in questo Mondiale delle stelle, non meritava di fermarsi sul più bello: ma ancora una volta alcuni errori di situazioni di gioco, sono stati fatali agli azzurri che hanno consentito agli avversari rimonte che parevano problematiche. Tra monte e difesa dilapidiamo il vantaggio, e in battuta non troviamo l’acuto che serviva.
Il bilancio di 2 vittorie, con la promozione nella seconda di questo primo Mondiale delle stelle, e 3 sconfitte (la prima ininfluente contro gli Usa di Joe Torre) è positivo se consideriamo che nel ranking finale del World Classic chiudiamo al settimo posto insieme a Taiwan, mentre peggio della nazionale di Mazzieri stanno potenze come Cuba e Venezuela, Messico e Corea. E fa rabbia pensare che in semifinale è approdata l’Olanda, da noi battuta agli Europei ancorché detentrice del vecchio format dei Mondiali Ibaf. Con gli orange e il Giappone (2 Classic vinti), si aspettano le due promosse in semifinale del girone di Miami, che deve ancora disputare 3 partite: c’è una squadra ancora da eliminare e c’è da decidere chi arriva prima o seconda. La partita degli azzurri, anche stavolta, comincia bene e si conclude male. Ecco perché.
UN LAVORO DA MAESTRI — Il partente azzurro Alessandro Maestri, opposto a Giancarlo Alvarado dei Colorado Rockies e rilanciatosi dall’esperienza giapponese e vincente contro il Canada, subisce subito un doppio dal leadoff Angel Pagan, esterno dei San Francisco Giants detentori delle World Series, ma riesce a chiudere l’inning lasciandolo in terza base. Il doppio, al secondo attacco, lo realizza a destra anche Michael Costanzo, ma nessuno lo imita.
La conga portoricana incita i suoi giocatori intonando un ritmatissimo Volare, ma il match non si schioda dallo 0-0 nelle prime due riprese. Ci prova Denorfia con un altro doppio al terzo inning: idem come prima. Maestri si conferma davvero un lanciatore ritrovato, alternando sliders e veloci da tenere spento il line-up latino che fa paura per i nomi che schiera.
Ma con meticolosa precisione balistica, il romagnolo si gestisce con la sicurezza di un veterano. Solo al quarto concede una base gratuita, e poi un singolo a Yadier Molina: il frangente diventa delicato con due corridori in base, ma Ale fa buonissima guardia e li lascia in base: 2 valide appena subite in 4 riprese è il risultato di un ottimo lavoro. Gli servirebbe un aiuto dall’attacco, piuttosto.
Ci prova Anthony Granato a suonare la carica con una hit, Punto si guadagna la base per un’interferenza di Molina, Denorfia si conferma caldo con una rimbalzante a destra che costa il posto ad Alvarado (sostituito dal mancino Cedeno). L’Italia costruisce così il vantaggio: Anthony Rizzo spedisce un lungo doppio che vale 3 punti. Al bacio, come ogni valida azzurra in questo torneo.
CAMBIO — Dopo 71 lanci ed un’assistenza perfetta all’amico Alex Liddi in terza base su bunt di Eddie Rosario finisce la partite del romagnolo, sceso tra gli applausi. Tocca a Cooper cui tocca subito Angel Pagan, eliminato su un malizioso fly da Chiarini.
Anche la difesa fino a questo momento è in serata da spolvero. Almeno fino a due valide che Granato avrebbe potuto neutralizzare se non avesse cincischiato nella presa al 6° contro le rimbalzanti di Molina e Aviles. Errori da evitare, situazioni rischiose e compromettenti in un match fermo sul 3-0. Ed incredibile, ancora un errore interno azzurro dell’interbase su Rivera ci costa un punto (3-1).
Mazzieri lo vede frastornato e al rientro in difesa gli preferisce Santora. Al 7° la rumba azzurra è accesa da Denorfia (3/4), l’esterno dei San Diego Padres, poi colto rubando. Il rilievo azzurro Cooper gestisce sapientemente i suoi lanci negli attacchi in cui Portorico si gioca tutto: all’8° lascia il monte per Pugliese, che incassa subito la valida da Yadier Molina, un Mvp da Major, ed è costretto a passare la mano a Sweeney.
Che s’arrabbia con l’arbitro di prima base perché nega all’Italia un doppio gioco evidente su Aviles mentre Molina va a segnare il 3-2. La partita diventa incandescente scivolando verso l’epilogo. Anche Sweeney si fa toccare dalla valida di Rios e con due uomini in base, Pat Venditte prova a sbrogliare la matassa, ma la volata di sacrifrio del ph Figueroa ci costa il pareggio portoricano: 3-3.
Tutto da rifare per l’Italia: come contro la R.Dominicana, il nostro vantaggio, rassicurante o meno, è neutralizzato. Andy Gonzalez batte una rimbalzante tra Liddi e Santora, la cui assistenza non arriva in tempo a destinazione (classificata errore), e Portorico va a siglare il punto del vantaggio (4-3), si carica le basi con Pavan.
E per fortuna l’incubo finisce qui. Ci resta l’ultimo attaccare per la «sopravvivenza». Solo un fuoricampo potrebbe rimettere le cose a posto. Con due out e un corridore in base (Infante, per Rizzo su base ball in prima), tocca a Liddi dire dal box se quest’Italia deve tornare a casa o continuare a sognare. Ma anche Alex finisce strikeout. E finisce l’avventura della nazionale. Proprio sul più bello.
Fa male, perdere ancora così. Per un punto. Un maledetto punto.
LE DICHIARAZIONI — Marco Mazzieri, in conferenza stampa, ripete di “voler ringraziare questi ragazzi che hanno dato tutto, hanno dato lustro al baseball italiano in un palcoscenico così prestigioso, e non metto in croce nessuno, neanche Granato che in questi anni s’è sempre sacrificato con ottimi risultati per portare a questi livelli l’Italia. L’utilizzo dei rilievi? Come ci impongono le squadre di Major”.
Anche Rizzo, prima base dei Chicago Cubs, è dispiaciuto che sia finita così: “Peccato per come sia finita, ma quest’Italia ha guadagnato il rispetto di tutti, ha fatto soffrire tutti e io sono stato orgoglioso di averci giocato”.