L’ITALIA DEGLI IMPIEGATI NEL G8 DEL BASEBALL
L’articolo di Lorenzo Vendemiale
Nel torneo exploit degli Azzurri. In rosa non ci sono solo i professionisti: c’è chi vive con altri lavori. Come Mazzieri: tecnico per sport.
Che vende auto per vivere. Italia, Tu vuò fa’ l’americano. Non può che essere la canzone di Renato Carosone la colonna sonora del Mondiale di baseball 2013: perché proprio nello sport simbolo degli Stati Uniti, gli Azzurri stanno stupendo il mondo.Per la prima volta nella storia l’Italia ha infatti superato il primo turno del torneo. E adesso non si pone più limiti.Alla vigilia della World Classic – istituita nel 2006, è giunta alla sua terza edizione e da quest’anno vale anche come campionato del mondo, vista l’abolizione di quest’ultima competizione – nessuno avrebbe scommesso sul passaggio del turno degli Azzurri.
L’ITALIA DOMINA IN EUROPA. Perché se in Europa godono di una buona stima (10 Europei conquistati, comprese le ultime due edizioni), a livello mondiale non erano mai riusciti ad entrare tra i migliori otto. Anche perché al World Classic di Phoenix c’è da fare i conti con i grandi campioni della Major league basketball (Mlb), il massimo campionato statunitense.Eppure questa volta l’Italia ha sorpreso tutti: vittoria al cardiopalma per 6-5 nel debutto contro il Messico; poi incredibile successo contro il fortissimo Canada per 14-4. Unica sconfitta, di misura (6-2), nel terzo match contro gli Usa, a qualificazione già avvenuta.
IL CONFRONTO CON GLI USA. Ma se gli americani in Arizona schierano gente del calibro di Jeremy Affeldt e Ryan Vogelson, vincitori delle ultime World Series (le finali della Mlb) con i San Francisco Giants e David Wright, autore del fuori campo decisivo contro l’Italia e considerato uno dei più forti giocatori degli Anni Duemila, gli Azzurri mandano in campi atleti part-time che vivono di un altro mestiere.Il baseball, in Italia, non è infatti uno sport professionistico, ma professionale, ancora ibrido con il dilettantismo. Tanto che c’è chi sostiene che la nostra Serie A possa valere meno della terza o della quarta divisione d’Oltreoceano.Così non stupisce che il tecnico Marco Mazzieri nella vita gestisca una concessionaria di auto.
IN MLB BUDGET MILIONARI. Se un confronto a livello tecnico con gli Usa è improponibile, a livello economico il campionato italiano viaggia ad anni luce di distanza dalla Mlb.Da noi, i top club dispongono di un budget che si aggira intorno ai 700 mila euro a stagione: nella Mlb, le franchigie spendono svariate centinaia di milioni di dollari l’anno.Insomma, quella tra Italia e Usa è la classica sfida tra Davide contro Golia: ha vinto Golia, ma Davide non ha certo sfigurato. E non è detto che la prossima volta il risultato non sia diverso. Il progetto del college sportivo di Tirrenia per sfornare talenti A favorire l’exploit azzurro, in parte, è stata anche la formula adottata dal torneo: negli scontri diretti del World Classic tutto o quasi può succedere.Ma l’Italia deve ringraziare soprattutto se stessa: la Federazione italiana baseball e softball (Fibs) oggi raccoglie i frutti dell’ambizioso progetto partito a metà degli Anni Duemila.Nel 2005, nel centro sportivo di Tirrenia, la Fibs ha creato un college sportivo dedicato al baseball, sul modello americano, avviato e gestito con una joint venture al 50% proprio con la Mlb (caso unico per lo sport italiano). Lì, per nove mesi all’anno, vivono, studiano e giocano i 15-20 migliori talenti italiani fra i 16 e i 18 anni.
L’EXPLOIT DI ALEX LIDDI. Il progetto costa circa 500 mila euro e assorbe più di un quarto dei 2 milioni che costituiscono il finanziamento totale del Coni. Ma sta dando grandi risultati: di lì è passato Alex Liddi (anche se solo per pochi mesi: «Era troppo bravo, se lo sono portati subito in America», ricordano in Federazione), classe 1988, stella della Nazionale, primo italiano di nascita a esordire nella Mlb con i Seattle Mariners.Come lui, anche Alessandro Maestri (lanciatore che gioca nel campionato giapponese) e Luca Panerati (tre anni di esperienza nelle Minor Leagues americane, oggi è tornato a Bologna) sono usciti dalla Accademy. Che si ‘coccola’ il prossimo campioncino: «Abbiamo un ragazzo molto forte: non facciamo il nome perché è ancora minorenne e non vogliamo caricarlo di troppa pressione, ma ha già firmato per i Cincinnati Reds».
IN ROSA ANCHE GLI ORIUNDI. A questi ragazzi si aggiungono gli oriundi italo-americani, che compongono per circa il 60% la rosa della Nazionale.Grazie al giusto mix di giovinezza ed esperienza, e al lavoro dello staff tecnico (che si avvale anche delle prestazioni di uno psicologo sportivo, Raphael Colonna, ingaggiato da Seattle), l’Italia è finalmente entrata nel gotha del baseball mondiale. Disciplina esclusa dalle Olimpiadi per decisione del Cio Peccato, però, che recentemente il baseball sia stato estromesso dalle Olimpiadi: quella ai Giochi di Londra 2012 è stata la prima assenza dal 1912.Un’esclusione controversa, motivata dal Cio con la mancata partecipazione ai Giochi dei campioni impegnati nella Mlb.«Una decisione assurda, con o senza di loro il baseball resta uno dei primi sport per bacino di tifosi al mondo», ricorda con amarezza la Fibs. «Non essere più sport olimpico frenerà l’espansione del baseball nei Paesi dove è meno praticato e stava cominciando a diffondersi».
OBIETTIVO I GIOCHI DEL 2020. Per questo la speranza è di essere riammessi in occasione dei Giochi del 2020. In alternativa, si punterà a rafforzare il World Classic, e a coinvolgere nelle qualificazioni tutte le 70 nazionali quotate nel Ranking mondiale (quest’anno sono state 28). Ma questo è il passato, o al massimo il futuro.
LA SFIDA COI DOMINICANI. Il presente, per l’Italia, è il World Classic 2013. Che nel pomeriggio di martedì 12 marzo entra nel vivo della seconda fase, quella che deve stabilire le quattro semifinaliste che si giocano il titolo: alle ore 18 italiane, la Nazionale di Mazzieri torna in campo per un’altra sfida impossibile, stavolta contro la Repubblica Dominicana.Il sogno a stelle e strisce degli Azzurri è appena cominciato.